Disturbi alimentari o DCA: quali sono e come uscirne
I disturbi alimentari noti come DCA, Disturbi del Comportamento Alimentare, rappresentano delle patologie che portano a cambiamenti nelle abitudini alimentari e, spesso, a una preoccupazione intensa riguardo al proprio peso e alla forma fisica. Anoressia nervosa e bulimia nervosa sono tra i DCA più noti, ma esistono altri disturbi altrettanto importanti. La maggior parte delle persone colpite sono adolescenti, e tendenzialmente di sesso femminile, ma possono interessare donne di tutte le età. Approfondiremo i vari disturbi del comportamento alimentare, come si presentano e le strategie terapeutiche, che comprendono interventi psicologici, farmacologici e nutrizionali, per aiutare sia il paziente che la sua famiglia a superarli.
Quali sono i Disturbi alimentari oltre a Anoressia e Bulimia
L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa sono frequentemente citati quando si parla di disturbi del comportamento alimentare. L’anoressia è facilmente riconoscibile in individui che mostrano una preoccupazione eccessiva per il proprio peso e che presentano una magrezza estrema. Al contrario, la bulimia si manifesta in persone che tendono a mangiare senza freni, e dopo averlo fatto, provano il bisogno di vomitare.
Questi due disturbi, anoressia e bulimia, sono spesso classificati come “nervosi”. Questa categorizzazione indica che la radice dei disturbi è legata a complessità psicologiche.
Oltre all’anoressia nervosa e alla bulimia nervosa i disturbi alimentari o DCA sono:
- anoressia nervosa;
- bulimia nervosa;
- il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder, BED); Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata è un DCA che si manifesta nei soggetti con crisi bulimiche ma in assenza di comportamenti di compensazione inappropriati per il controllo del peso.
- i disturbi della nutrizione (feeding disorder) sono:
- pica: il paziente mangia sostanze non nutritive per almeno un mese e non lo fa in relazione a un comportamento culturale condiviso o per via del proprio livello educativo, semplicemente mangia spesso qualcosa che non è cibo.
- disturbo da ruminazione: si tratta di un ripetuto rigurgito di cibo per un periodo di almeno un mese. Il cibo rigurgitato può essere rimasticato, re-ingerito o sputato e non avviene in seguito a una condizione medica particolare.
- disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo: il paziente in questo caso evita il cibo come se non ne avesse necessità, quindi perde peso eccessivamente, un bambino manifesta carenze nella crescita, e c’è una incapacità persistente di soddisfare in modo appropriato il fabbisogno nutrizionale e/o energetico.
- i disturbi alimentari sotto-soglia; questi racchiudono tutti i pazienti che pur manifestando i sintomi di un DCA non soddisfano i criteri per una diagnosi piena; i disturbi alimentari sotto-soglia sono:
- anoressia nervosa atipica: il soggetto non risulta sottopeso nonostante manifesti tutti gli altri sintomi dell’anoressia nervosa;
- bulimia nervosa di bassa frequenza o di limitata durata: le crisi bulimiche e i comportamenti compensatori avvengono in media meno di una volta a settimana e/o per meno di 3 mesi;
- disturbo da alimentazione incontrollata di bassa frequenza e/o limitata durata: le crisi bulimiche avvengono in media meno di una volta a settimana e/o per meno di 3 mesi;
- purging disorder (disturbo da condotte di eliminazione): ricorrenti condotte di eliminazione adottate per influenzare il peso o la forma corporei (per esempio vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci) in assenza di crisi bulimiche;
- night eating syndrome: ricorrenti episodi di alimentazione notturna che si manifestano con il cibarsi dopo il risveglio dal sonno o con il consumo eccessivo di cibo dopo il pasto serale. C’è consapevolezza e ricordo del pasto. Il disturbo non è spiegato da influenze esterne e causa stress significativo o impotenza funzionale.
Disturbi alimentari o DCA: Come uscirne
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) rappresentano un insieme di condizioni che alterano la relazione dell’individuo con il cibo e con il proprio corpo. Risulta essenziale comprendere queste problematiche e scoprire le vie per una risoluzione efficace. Attraverso queste righe, cercheremo di spiegare come riconoscere tali disturbi e quali misure adottare per affrontarli.
Riconoscimento dei Disturbi
Il primo passo verso la risoluzione di qualsiasi problema consiste nel riconoscerlo. I DCA possono manifestarsi in molte forme, tra cui l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Binge Eating Disorder. Questi disturbi possono causare seri problemi di salute se non affrontati. È consigliabile consultare un professionista della salute mentale al fine di ottenere una diagnosi accurata e capire la gravità del problema.
Percorso di Guarigione
Una volta riconosciuto il disturbo, il percorso verso la guarigione può iniziare. La terapia cognitivo-comportamentale è spesso considerata efficace nel trattamento dei DCA. Questa forma di terapia aiuta a modificare i pensieri e i comportamenti negativi associati all’alimentazione. È importante ricordare che la guarigione è un processo che richiede tempo, pazienza e impegno.
Supporto Sociale
Il supporto di amici e familiari gioca un ruolo cruciale nel percorso di guarigione. Creare un ambiente di supporto e comprensione può fare una grande differenza. Gruppi di supporto e comunità online possono anche fornire aiuto e comprensione, facilitando la condivisione delle esperienze e l’apprendimento su come altri hanno affrontato e superato questi sfide.
Opzioni di Trattamento Aggiuntive
Esistono anche altre opzioni di trattamento, come la consulenza nutrizionale, il supporto psichiatrico e i farmaci. È fondamentale discutere con un professionista della salute per determinare il piano di trattamento più adatto.
Attraverso l’acquisizione di conoscenze e l’adozione di misure appropriate, si può lavorare per superare i Disturbi del Comportamento Alimentare e riprendere una vita sana ed equilibrata.
Affrontare i Disturbi Alimentari DCA: Percorsi di Cura e Ruolo della Famiglia
I Disturbi alimentari DCA rappresentano un argomento delicato e importante. Quando si decide di intraprendere un percorso di cura, si compie un primo, significativo passo per liberarsi dal peso di queste patologie. Spesso, chi vive con un disturbo alimentare può non avere piena consapevolezza del proprio stato, vedendo certi comportamenti, come l’utilizzo di lassativi o l’adozione di diete estreme, come soluzioni e non come parte del problema. Riconoscere la presenza di un problema e voler trovare una via d’uscita è un segno di grande forza.
Superare i disturbi alimentari
Per superare i disturbi alimentari, la motivazione al cambiamento è essenziale, così come avere il coraggio di cercare supporto. Questi disturbi, infatti, hanno radici psicologiche che influenzano il fisico. Per questo motivo, molti trattamenti focalizzati sui DCA sono orientati verso un approccio psicoterapeutico o psicologico. L’obiettivo è aiutare la persona a riacquistare il controllo della propria vita, comprendendo il proprio disturbo e riconoscendolo come un problema da affrontare.
Parallelamente, è fondamentale seguire un percorso nutrizionale personalizzato, basato sulle specifiche esigenze di chi vive il disturbo. L’obiettivo della terapia nutrizionale è quello di ritrovare un equilibrio nel rapporto con il cibo, mettendo da parte ossessioni e paure.
Il ruolo della famiglia
Un ruolo cruciale è svolto dalla famiglia. Se una persona è affetta da un disturbo alimentare, il sostegno dei familiari può fare la differenza nel percorso di guarigione. Ma a volte l’intera famiglia può essere coinvolta nei DCA e, in questi casi, tutti i membri dovranno intraprendere un percorso psicologico e nutrizionale. Affrontare insieme il problema può portare a un miglioramento dei rapporti e a una maggiore comprensione reciproca.
In situazioni più complesse, dove al disturbo alimentare si aggiungono altre patologie psicologiche, come la depressione o la schizofrenia, può essere necessario ricorrere a una terapia farmacologica. In casi particolarmente gravi, l’ospedalizzazione potrebbe rappresentare l’approccio più indicato per offrire al paziente tutte le cure necessarie.
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